Due detenuti giustiziati in Giappone, record di condanne a morte
A distanza di un mese e mezzo dall'ultima serie di impiccagioni, in Giappone sono stati giustiziati altri due detenuti, portando cosi' a 15 il numero di condanne a morte eseguite dall' inizio dell'anno. A finire sul patibolo all'alba sono stati Michitoshi Kuma, un uomo di 70 anni condannato alla pena capitale per il rapimento e l'uccisione di due ragazze di 7 anni nel 1992, e Masahiro Takashio, 55 anni, colpevole di aver accoltellato e ucciso nella prefettura di Fukushima un'anziana e sua figlia nel 2004 durante un tentativo di rapina.
Quelle di stamani sono le prime esecuzioni autorizzate dal ministro della Giustizia Eisuke Mori, entrato in carica alla fine di settembre con il varo del governo del premier Taro Aso. "Faro' applicare la legge in maniera esemplare - aveva detto Mori durante la sua prima conferenza stampa - seguendo scrupolosamente quanto indicato dalle sentenze dei tribunali".
I 15 detenuti messi a morte da inizio 2008 sono il livello piu' alto dal 1999, anno in cui il governo ha cominciato a rendere noti nomi e numero delle esecuzioni. La pena capitale viene applicata in Giappone per gli omicidi plurimi ed efferati, con particolari aggravanti come violenza sessuale, incendi o danneggiamenti di luoghi pubblici.
Il condannato ignora la data dell'impiccagione fino alla mattina dell’esecuzione e i familiari vengono avvertiti solo a sentenza eseguita. E' il ministro della Giustizia a dare l'ultimo assenso alla condanna, emanata dai giudici della Corte Suprema.
fonte: rainews24.it